Auletta: «Caro-prezzi paralizza il settore, soprattutto nel pubblico. Subito linee di credito dedicate»
Superbonus, moratoria sui mutui e Pnrr. Temi caldi per l’edilizia locale e nazionale.
Sono i temi al centro di un’intrevista che il presidente di ANCE Basilicata, Vincenzo Auletta ha rilasciato a CUORE ECONOMICO.
Il settore dell’edilizia ha trainato l’economia, soprattutto nel periodo Covid. Adesso qual è il quadro generale del comparto e come prosegue il delicato periodo? Quanto stanno incidendo caro energia e caro materie prime?
«Anche in Basilicata il comparto delle costruzioni, dopo anni di profonda crisi, ha impresso una forte spinta alla ripresa post Covid.
Un rilancio legato soprattutto ai bonus edilizi e alle prospettive del Pnrr, che però ora rischiano di trasformarsi in un vero e proprio incubo.
La situazione è davvero critica, molti cantieri, sia pubblici che privati, sono fermi. Una concomitanza di fattori è intervenuta a provocare la brusca interruzione della risalita.
Tra questi, soprattutto l’insostenibile e incontrollato aumento dei prezzi dei materiali da costruzione, dei carburanti e dell’energia, oltre alla pesante carenza di manodopera».
«Nell’edilizia privata, le imprese sono impossibilitate a programmare nuovi investimenti e seriamente compromesse nella capacità di completare i cantieri in essere.
Nel mercato dei lavori pubblici, la partecipazione delle imprese alle gare d’appalto è sostanzialmente bloccata e questi effetti cominciano ad avvertirsi anche sui programmi infrastrutturali del Pnrr.
Siamo fortemente preoccupati dal momento che tutti questi fattori si accaniscono su un settore che proviene già da 15 anni di profonda sofferenza».
Il Superbonus 110% ha dato grande slancio. Quante persone hanno usufruito di questo incentivo nella sua regione? Come giudicate la decisione del Governo che rimodula la cessione del credito fiscale?
«Secondo i dati Enea, allo scorso agosto erano oltre 2.500 gli edifici della Basilicata asseverati per il Super Eco Bonus per un totale di 630 milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione e il 72 per cento circa dei lavori già realizzati.
A questi vanno aggiunti gli altri interventi per la sicurezza sismica oltre agli ulteriori investimenti legati ad altri bonus edilizi. Insomma, parliamo di numeri veramente importanti che hanno fornito un forte impulso al Pil lucano».
«Purtroppo, le continue modifiche e restrizioni normative introdotte e il conseguente blocco della cessione dei crediti ha finito per minacciare la tenuta stessa dell’intera filiera economica e produttiva che ruota intorno all’edilizia.
Il recente emendamento approvato in fase di conversione del Dl Aiuti bis è sicuramente positivo, ma ora è fondamentale che l’Agenzia delle Entrate riveda con urgenza il contenuto della Circolare sui controlli che le banche devono effettuare e che queste ultime agiscano di conseguenza evitando ulteriori rallentamenti e dinieghi nelle procedure per la cessione dei crediti».
«Ance e Abi hanno attivato un tavolo strutturale di lavoro per analizzare le tematiche riguardanti il rapporto banche e imprese edili, e superare così le criticità che altrimenti rischiano di provocare conseguenze gravissime sul tessuto economico e sociale.
C’è poi un ragionamento di prospettiva: sono necessarie decisioni definitive su ciò che attiene al futuro dei bonus edilizi e le relative semplificazioni nelle modalità di applicazione.
L’incertezza è nemica degli investimenti e dello sviluppo. La nostra idea è che vadano individuate misure strutturali che consentano di rigenerare il patrimonio immobiliare italiano».
La fine della moratoria sui mutui ha fatto rialzare i tassi. A questo si aggiungono le decisioni della Bce per contrastare l’inflazione. Quanto sta incidendo sull’accesso al credito?
«Oltre ai fattori che sta giustamente menzionando, va considerato che gli insostenibili costi di energia e delle materie prime stanno costringendo le imprese a fare i conti con crisi di liquidità.
Aumenta il numero di aziende, soprattutto di micro e piccole dimensioni, che hanno necessità di credito da parte del sistema bancario.
A nostro avviso sono necessari interventi strutturali e di sistema, a partire da nuove moratorie sui prestiti in atto, oltre all’allungamento del periodo di ammortamento dei finanziamenti assistiti dalla garanzia del Fondo di Garanzia Nazionale Pmi, passando dagli 8 a 15 anni.
È necessario garantire sostegni attraverso linee di credito dedicate per scongiurare crisi di liquidità. Gli interventi previsti dall’ultimo Decreto Aiuti sono ancora di modesta entità».
Il Pnrr prevede una liquidità fornita dalla comunità europea, dove il ministro Gentiloni a riguardo argomenta: “non è un nuovo inizio ma resta un punto dal quale ripartire”. Come vede queste parole e come pensa che verranno utilizzati questi fondi?
«Il Pnrr doveva essere l’altra forte leva di rilancio del comparto. Purtroppo, quello che è accaduto nel frattempo ha fortemente frenato le aspettative.
L’insostenibile impennata dei prezzi ha determinato una situazione per cui la partecipazione delle imprese alle gare d’appalto è sostanzialmente bloccata.
Gli interventi straordinari del Governo hanno sortito effetti solo parziali: né le compensazioni basate su tabelle ministeriali limitate di revisione dei prezzi, né il generico meccanismo di revisione dei prezzi nei nuovi appalti sono valsi a risolvere il grave problema in essere.
Al nuovo Esecutivo avanziamo alcune richieste: consentire il subitaneo accesso alle risorse finanziarie dei Fondi speciali istituiti per il finanziamento degli extracosti, dando così immediata e concreta attuazione alle misure compensative già previste; introdurre, sia per gli appalti in essere che per i nuovi appalti, un meccanismo automatico di adeguamento del corrispettivo d’appalto basato su nuove analisi dei prezzi attuate dalle stesse stazioni appaltanti e ricavate dai prezzi reali di mercato.
Sulle ipotesi di una revisione dei tempi del Pnrr, invece, è necessario essere molto cauti perché il rischio è di dover rinunciare ad alcuni interventi programmati».