Piano strategico regionale, Somma: “Pronti al confronto permanente”
Di seguito alcune riflessioni del Presidente Francesco Somma in merito al Piano Strategico Regionale pubblicate sui quotidiani di oggi:
Il Piano Strategico regionale figura, anche per una espressa norma di legge, fra gli adempimenti più rilevanti di un’Amministrazione territoriale. Questa credo sia una convinzione diffusa soprattutto oggi per due congiuranti emergenze.
Innanzitutto, la pandemia che sta ridisegnando il profilo economico e sociale del Paese, accentuandone le disuguaglianze e le vecchie e nuove debolezze. L’incalzare dell’epidemia costringe il Paese a guardarsi dentro e a riattivare energie e intelligenze per combattere il virus e, al contempo, operare il salto di qualità verso un assetto più avanzato e moderno.
La Basilicata non potrebbe non porsi il problema di quanto sarà necessario fare per recuperare risorse e investimenti e per rinnovare la macchina amministrativa e le insufficienze della rete istituzionale.
Per altro verso, la seconda delle priorità è dettata dalle sfide che vengono dall’Europa, con il Recovery Plan ed il Next Generation Eu. Due opzioni da declinare nel segno dei necessari processi di ammodernamento, di riforma e di innovazione negli stili, negli indirizzi e nell’agire dell’amministrazione pubblica.
Diviene perciò assolutamente urgente che il Progetto Basilicata si misuri con un modello innovatore che assuma criticamente il tema delle disuguaglianze, dei ritardi, del recupero di efficienza e di modernità nel suo sistema produttivo e amministrativo.
Un piano strategico deve perciò caratterizzarsi innanzitutto nel segno di una progettazione in grado di orientare la comunità regionale verso una via di uscita virtuosa dalla pandemia utilizzando in maniera coerente le risorse che verranno dall’Europa.
Si tratta di un credito, anche morale e non solo materiale, che va onorato con capacità di utilizzo di tale disponibilità in tempi rapidi e con la massima chiarezza di obiettivi, passando dalla politica dei saldi a quella dei fini, secondo un concetto caro a Confindustria e in particolare al Past President, Vincenzo Boccia.
E proprio all’interno di questo impianto che dovrà emergere il profilo di una identità della Regione che assolva l’obiettivo di elevare la qualità della vita dei suoi cittadini e i livelli dell’economia. Consolidando per questa via la sua funzione servente di territorio in grado di collegare due realtà metropolitane (campana e pugliese). Funzione per la quale la Basilicata non potrebbe concorrere senza una strategia di riconnessione interna, di valorizzazione delle risorse, di promozione e forte potenziamento della sua intelaiatura industriale. Il “vuoto” lucano dovrà definirsi come un “pieno” in grado di contribuire alla creazione di autentica ricchezza sociale.
Per queste ragioni un Piano Strategico non potrebbe risolversi in mero espediente di sovrapposizione degli effetti derivati da stanziamenti meramente distributivi, seguendo le logiche del copia e incolla che hanno storicamente accompagnato le previsioni cosiddette di sviluppo.
Concreti percorsi di crescita pretenderebbero una destinazione dei fondi europei mirata ad elevare i punti di maggiore efficienza del sistema produttivo e a contrastare le maggiori fragilità nel sistema dei servizi, nella infrastrutturazione materiale e immateriale e nelle connessioni territoriali.
Infine, senza una idea nuova, senza un modello che recuperi i migliori materiali della progettazione sociale finora esplorata, senza una coraggiosa analisi delle storiche debolezze di una comunità interna, qual è la nostra, non vi sarebbe possibilità alcuna di far fronte alle difficoltà nell’attribuzione delle risorse europee. Il problema vero rimane perciò quello di individuare le grandi priorità che si palesano strategiche ai fini dell’uscita della regione dalla curva epidemiologica e della condizione di ritardo economico e sociale. Si pone in questa chiave, non solo per la regione Basilicata, l’urgenza del recupero di una soggettività istituzionale incisiva, in grado di farsi valere nelle dinamiche nazionali ed europee.
Il Piano Strategico diviene, in ultima analisi, il terreno su cui possono essere misurate ambizioni e capacità autentiche. Soprattutto rappresenta la scommessa su cui deve poter puntare una nuova generazione, volgendo lo sguardo sulla traiettoria che può meglio segnare un nuovo ciclo nell’economia e una nuova stagione nella società regionale.
Forze politiche e sociali sono chiamate, a questo punto, ad un confronto alto e severo e la Regione ha il compito di attivarlo sollecitando la partecipazione di tutte le componenti della società civile.
La prima plenaria “Ambiente ed Energia” convocata dalla Regione Basilicata per la giornata di domani (giovedì 20 maggio ndr) con l’intento dichiarato di condividere una Strategia regionale per l’ambiente e l’energia che identifichi le priorità d’investimento coerentemente con gli obiettivi dichiarati di transizione ecologica del PNRR, sembra un passo in una direzione auspicata da tempo e da perseguire ora con piena determinazione.
Noi faremo la nostra parte. Il nostro punto di vista si lega ai valori più saldi della storia regionale e alla cultura che costituisce la nostra ragione di lotta e di vita. Rianimare e qualificare, oltre i confini regionali, i motori produttivi, sollecitare le vocazioni consolidate e i vettori della innovazione. Ricostruire la condizione per la rinascita dello spirito di impresa sicché esso torni ad essere il volano della crescita dei redditi e dei consumi. Sarà importante declinare ogni sinergia con il capitale sociale di cui disponiamo e con le intelligenze che occorrerà chiamare a dare il contributo nella ricerca e nella innovazione. Innovazione che deve divenire il leit motiv, l’essenza delle dinamiche economiche e sociali e che deve coralmente riguardare le imprese, le istituzioni, la società.
E’ ciò che serve per uscire dalla drammatica strettoia della crisi epidemica agganciando i vagoni in corsa verso una ripresa sostenuta e duratura.