Economia e ripresa post Covid: le priorità del Pnrr e la necessità delle riforme
“La pandemia ha accelerato disuguaglianze ed evidenziato fragilità, ma è anche un’occasione preziosa e unica per ripartire, mettendo al centro l’impresa sotto lo sguardo di un’Europa materna e non più matrigna, che ci indica le coordinate: inclusione, coesione, perequazione dei divari e sostenibilità ambientale, economia e ambientale. Quanto alla Basilicata, penso a Stellantis e al tema dei nuovi vettori energetici che dovrebbero accompagnare la transizione ecologica, come l’idrogeno, a cui bisogna guardare con la piena consapevolezza di un processo ancora lungo e costoso. Le riforme saranno la cartina al tornasole delle effettive volontà politiche. Dobbiamo cogliere questa occasione o relegheremo il Mezzogiorno e la nostra Basilicata a vagone di terza classe della crescita. Il Sud può e deve essere secondo motore del Paese“.
E’ quanto ha detto il Presidente Francesco Somma in occasione del webinar su PNRR e prospettive di ripartenza post Covid promosso dal Rotary Club di Potenza che ha visto la partecipazione straordinaria del past president di Confindustria e presidente Luiss, Vincenzo Boccia e l’economista ed accademico, Stefano Zamagni.
“Siamo reduci da una fase in cui c’è stata una totale distrazione rispetto ai fondamentali dell’economia reale, al binomio sviluppo-solidarietà e in particolare rispetto al lavoro, che, come ci dice anche la nostra Costituzione, è il principale fattore di coesione – ha dichiarato nel suo intervento il presidente Boccia – Ora si apre una nuova stagione, in cui ha prevalso un nuovo paradigma di pensiero: non è più vero che non si può fare debito ma lo puoi fare e, in parte, anche in solido, cioè a carico dell’Europa, purché nei fini del Recovery per gli effetti attesi. Dunque il dibattito deve essere ora come utilizziamo i 200 miliardi in arrivo per il raggiungimento degli obiettivi dell’inclusione e del lavoro, recuperando lo spirito di comunità e riattivando il binomio sviluppo-solidarietà. Il Sud deve diventare un hub attrattivo di investimenti pari al Nord con la potenzialità enorme di essere al centro tra Europa settentrionale e Mediterraneo. La formazione è il riattivatore dell’ascensore sociale“.
“La via d’uscita della pandemia – ha concluso il professor Zamagni – è la cosiddetta resilienza trasformazionale, cui esempio tipico è il PNRR, che assume la centralità delle riforme. Le trasformazioni più urgenti attengono a: burocrazia, vero male del nostro Paese, con l’inserimento della valutazione d’impatto; apparato scolastico-universitario, con un completo ripensamento dell’impianto in base al principio di conazione (conoscenza al servizio dell’azione); tasso di imprenditorialità, invertendo il dato negativo relativo alla denatalità delle imprese degli ultimi 20 anni, partendo dal presupposto che è l’impresa che crea lavoro; welfare: passare dal welfare state al welfare society; democrazia deliberativa. Abbiamo bisogno di trasformare pezzi del nostro sistema se vogliamo che la capacità di resistere agli shock sia adeguatamente valorizzata”.