Matarazzo: ““Luxury, digitale e sostenibilità: così il turismo italiano può spiccare ancora di più il volo”
Il presidente della sezione Turismo, Giovanni Matarazzo, dopo la recente nomina all’interno del Consiglio Generale di Confindustria Alberghi ha tracciato un bilancio dei risultati del settore raggiunti nell’anno che si è appena chiuso e indicato le nuove prospettive dii crecsita sia nazionali che locali, nell’intervista rilasciata a Cuore Economico, riportata di seguito:
D: Per la prima volta un imprenditore lucano entra a far parte del Consiglio Generale di Confindustria Alberghi: quanto è soddisfatto e come ha appreso la notizia?
R: “Proprio così, è la prima volta per un imprenditore lucano e si tratta di una nomina veramente molto importante che ho accolto con grande entusiasmo. Non solo a livello personale. Ritengo che si tratti di una grande occasione per tutta la Basilicata che così potrà essere rappresentata all’interno della governance di una delle Associazioni più rappresentative del settore alberghiero.
La candidatura è nata proprio con questa consapevolezza: anche in qualità di presidente della sezione Turismo di Confindustria Basilicata, quest’anno ho deciso di presentare la candidatura alla carica di componente del Consiglio generale nell’Assemblea per il rinnovo degli organi che si è svolta lo scorso novembre. Il risultato non era affatto scontato e questo lo ha reso ancora più entusiasmante”.
D: Il turismo è un settore strategico per l’economia del nostro Paese. Quali sono le sfide che deve affrontare nel 2024?
R: “Per capire il valore di questo settore, basta citare le evidenze emerse dall’ultimo aggiornamento del Centro Studi Confindustria, che ben fotografa la situazione: rispetto ad una economia entrata in una fase di stagnazione, il turismo tiene a galla l’economia italiana; in particolare, il turismo estero (la gran parte del valore economico diretto del turismo) nel nostro Paese è stato decisivo per la dinamica del Pil nel 2023: la spesa dei visitatori stranieri in Italia ha conosciuto una significativa crescita, toccando livelli record.
Parliamo di un incremento del 24,5 percento rispetto al 2019. Dallo stesso Rapporto emerge la stima di cinquanta miliardi di euro complessivi di introiti derivanti dal turismo straniero per tutto il 2023: venti miliardi in più rispetto al valore del turismo degli italiani all’estero.
Un incremento che solo parzialmente si spiega con l’aumento dei prezzi dei servizi turistici e che è invece molto legato all’extra-risparmio accumulato durante la pandemia. In particolare, proprio il settore alberghiero ha conosciuto un vero boom, con il fatturato dei servizi di alloggio che è andato meglio del totale dei servizi.
Tale ottimo andamento ha ridato ottimismo alle imprese del settore che, a maggior ragione, chiedono che si adottino vere e proprie politiche industriali al pari degli altri comparti produttivi, proprio in virtù del ruolo preminente che la filiera riveste rispetto Pil italiano. Un piano a medio-lungo termine con una strategia che miri a ristabilire l’eccellenza del turismo italiano nel mondo.
Se questo è il quadro per l’anno che si sta chiudendo, non è scontato invece quello che è lecito attendersi per il futuro. Innanzitutto, è necessario fare i conti con le prevedibili ricadute legate al rallentamento della crescita economica italiana e mondiale”.
D: Come è possibile migliorare il livello di accoglienza e ospitalità?
“È sicuramente necessario far tesoro dei segnali che stanno emergendo rispetto alle preferenze dei viaggiatori in modo da orientare i servizi offerti sempre più verso le nuove abitudini di acquisto, con una domanda che richiede l’ulteriore innalzamento degli standard qualitativi dei servizi offerti nonché il miglioramento dell’organizzazione dell’accoglienza e della governance dei territori.
Tre propensioni sembrano affermarsi sempre più: il crescente orientamento verso le esperienze di lusso, una domanda sempre più orientata verso servizi digitali e parametri di sostenibilità e, infine, altro elemento da tenere in considerazione è l’impatto dei mutamenti climatici.
C’è poi una sfida che considero cruciale e che in questo particolare momento rappresenta uno dei principali nodi da scogliere e attiene alla formazione del capitale umano che è cruciale per garantire buoni livelli di accoglienza e ospitalità. Anche in questo settore dobbiamo puntare a ridurre il forte gap tra domanda e offerta di competenze specialistiche”.
D: Qual è la sua analisi del settore in Basilicata?
R: “Anche in Basilicata, dopo la fase pandemica, il turismo sta recuperando in maniera significativa e, con tutta probabilità si avvicina a traguardare l’annus mirabilis rappresentato dal 2019.
Un risultato certamente frutto della ripartenza dei flussi turistici a livello nazionale e internazionale, ma anche della maggiore visibilità della Basilicata sui vari mercati della domanda e di una capacità imprenditoriale che esprime un sistema di offerta in grado di intercettare i desiderata del turismo che, per quanto ampiamente segmentato, evidenziano la crescita di segmenti nei quali la nostra regione può dire la propria (turismo sportivo, turismo culturale, turismo lento, turismo open air, etc).
In questo scenario di risalita, mi pare importante evidenziare che, in analogia alle dinamiche rilevate a livello nazionale, va segnalata la crescita della componente estera nel movimento turistico regionale: i dati finora disponibili vedono infatti una percentuale del 15,8 percento su base regionale, in aumento sia sul 2022 sia sul 2019; percentuale che per Matera sale al 46,8 percento a fronte del dato 2019 pari al 29,7/ percento.
Naturalmente, ci sono ancora molte potenzialità che vanno scaricate a terra perché la Basilicata è una destinazione che al suo interno può essere declinata in una nutrita serie di prodotti, meritevoli di essere scoperti ed apprezzati (qualità sorprendente) dai turisti italiani e stranieri.
Soprattutto in considerazione dei continui riconoscimenti che la nostra regione sta ricevendo, in questa particolare fase storica sia nell’accoglienza che nell’offerta di prodotti legati alla fruibilità tutto l’anno degli attrattori presenti su tutte le aree regionali e tali da farle ottenere il titolo di “regione turistica più adrenalinica d’Italia”.
D: Matera 2019 fa ancora da traino? Come si può lavorare per estendere questo successo a livello regionale?
R: “Se si guarda la diffusione territoriale del movimento turistico, sia sul piano degli arrivi che su quello delle presenze, emerge tuttora una concentrazione su alcuni areali che vedono primeggiare, per gli arrivi la città di Matera, e per le presenze il Metapontino.
Altre aree toccate dai flussi turistici sono il Lagonegrese, in particolare Maratea, il Pollino e ancora altri territori, anche se con frequenze percentuali minori. Per cui è del tutto evidente che bisogna tendere ad una distribuzione più equilibrata dei flussi.
A tal fine, potrà essere certamente utile una pacchettizzazione che integra le diverse risorse presenti nei vari territori. Questo anche al fine di incrementare il tasso di permanenza nelle strutture ricettive e, al tempo stesso, variegare il sistema di offerta, in modo da rispecchiare la straordinaria disponibilità di risorse ambientali, culturali, paesaggistiche, enogastronomiche presenti nelle aree interne e ad oggi ancora scarsamente valorizzate.
L’offerta di turismo esperienziale che si intende rendere disponibile attraverso gli interventi sui borghi può sicuramente operare un riequilibrio.
Esso necessita tuttavia di tempi adeguati e soprattutto di un compiuto percorso implementativo di tipo plurale nel quale gli attori pubblici, le imprese e i soggetti associativi del territorio, ciascuno per la propria parte, si attivano perché questo processo di scoperta della Basilicata da parte dei turisti possa riguardare in misura più intensa anche quei territori tuttora in posizione marginale rispetto alla frizione turistica”.
D: Quali le priorità su cui lavorerà?
R: “Una prima indicazione riguarda la necessaria riduzione della stagionalità in modo da garantire una distribuzione tendenzialmente uniforme nei vari periodi dell’anno e una copertura territoriale dei flussi di tipo allargato. Penso all’esperienza di Basilicata “Four Seasons – Fondo per la destagionalizzazione dei flussi turistici” che ha riscosso un forte gradimento degli operatori e dei territori.
La Regione Basilicata ha annunciato la predisposizione di ulteriori risorse per finanziare le istanze approvate ma inevase sul bando 2023 per incapienza di risorse, nonché per riproporla per l’anno prossimo.
Ci sono, inoltre, altri driver strategici che costituiscono priorità su cui vanno coinvolti tutti coloro che a vario titolo hanno un ruolo all’interno della filiera turistica.
Nei giorni scorsi, abbiamo avuto un incontro con l’Agenzia per la Promozione Territoriale della Basilicata per fare il punto sul percorso di aggiornamento del Piano Turistico Regionale e per avere un primo ritorno sulle proposte e le indicazioni che i vari soggetti hanno inviato ad Apt e Regione in modo costruttivo.
In questo percorso, in itinere, finalizzato ad elaborare e approvare – dopo qualche lustro – il nuovo piano turistico regionale, sono stati individuati alcuni macro obiettivi che noi riteniamo condivisibili.
Quali quelli relativi all’innovazione, alla sostenibilità, allo sviluppo turistico diffuso, all’aumento della qualità dell’accoglienza e dell’ospitalità e, da ultimo ma non per importanza, alla governance.
Chiaramente, le priorità strategiche e gli obiettivi vanno poi concretizzati. A tal fine è importante assicurare una quantità di risorse in grado di accompagnare il conseguimento dei vari macro-obiettivi e consentire la prosecuzione delle iniziative contenute nel Piano Strategico di Marketing.
Sono necessari investimenti non solo a livello aziendale, ma anche volti a migliorare alcune variabili di contesto. In primis, quelle relative all’accessibilità e alle infrastrutture trasportistiche di collegamento, quelle infra regionali”.