Enrico Mattei, genio italiano del miracolo economico del secondo Dopoguerra che travalica i limiti temporali della storia, è ancora oggi un attuale punto di riferimento da cui trarre preziosi insegnamenti. E’ stato dedicato alla sua poliedrica figura la bella iniziativa promossa da ASI Nazionale di Basilicata con la presentazione del libro di Leonardo Giordano “Enrico Mattei. Costruire la sovranità energetica: dal gattino impaurito al cane a sei zampe”, moderata da Paride Leporace, che si è svolta martedì pomeriggio presso il Palazzo della Cultura di Potenza. Nel suo intervento, il presidente Francesco Somma ha analizzato la visione industriale di Mattei, che seppe trasformare una società destinata alla liquidazione nel colosso planetario Eni, rifuggendo l’approccio statalista nonostante la natura pubblica della holding, conoscendo una crescita esponenziale sempre improntata all’interesse nazionale e alla responsabilità sociale d’impresa, concetti a quei tempi non scontati.
Animato da un pragmatismo antiideologico – secondo la definizione di Giordano – seppe mettere al servizio dell’obiettivo di un nuovo risorgimento italiano una visione di sistema che portò l’Italia da una posizione marginale a una realtà di primissimo rilievo nella produzione di idrocarburi, con una propria strategia energetica. Una sfida – ha evidenziato Somma – ancora attuale per il nostro Paese che solo da poco sembra aver ritrovato una piena consapevolezza sulla necessità di anticipare la politica industriale e non subirla, non solo nel settore energetico ma anche in altri settori produttivi di strategico interesse per il Paese, come l’Automotive.
Il presidente ha poi evidenziato come le rotte degli approvvigionamenti disegnate dagli Eni negli anni 50 verso i Paesi del Nord Africa, sono le stesse che il nostro Paese sta percorrendo in questi mesi per ridurre la dipendenza delle forniture di gas della Russia. La concezione di Mattei del Mezzogiorno nel Mediterraneo come carta strategica della crescita dell’intero Paese, anche in virtù delle grandi potenzialità energetiche, è ancora tema di grande attualità. Così come irrisolti rimangono i nodi della semplificazione amministrativa degli iter autorizzativi: presso gli ufficio della Regione Basilicata – ha evidenziato il presidente – rimangono bloccate 250 richieste relative a impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Pratiche che non riescono a essere smaltite a causa di una tecnostruttura ridotta e non adeguata alla quantità di pratiche da istruire. Un forte ostacolo agli investimenti e soprattutto al raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica che – ha concluso Somma – vanno comunque accompagnati senza prescindere dalla valorizzazione di tutte le fonti energetiche disponibili.